Il bello è che il nuovo simbolo della Juventus lo ha progettato una società che si chiama Interbrand, cosa che non avrà mancato di provocare un lieve sussulto in Andrea Agnelli, in qualche modo allergico alle prime cinque lettere della società milanese che ha lavorato al progetto per quasi due anni. Ma al di là del riferimento puramente casuale agli eterni nemici nerazzurri, la società ha prosciugato 120 anni di storie e di evoluzione del marchio bianconero in una “J” raddoppiata e stilizzata: quasi un ideogramma. E forse non un caso, perché l’obiettivo finale è quello di conquistare nuovi mercati, di rendere la Juventus un brand popolare non solo fra gli appassionati di calcio, ma anche fra i bambini, il pubblico femminile, le nuove generazioni. I famosi «millenials» come Dice Andrea Agnelli, quelli che «la Juventus deve riuscire a colpire nella loro fantasia. Cosa sogna una bambina giapponese? E un millenial di Mexico City? Noi dobbiamo rispondere a loro in modo semplice ed evocativo». E più semplice di una J, la lettera che emozionava l’Avvocato Agnelli, che raccontava sempre di provare un brivido quando la notava in un titolo di giornale, anche se non si riferiva alla squadra.
fonte:tuttosport
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