SERIE A:IL WEB SI MOBILITA



Il social network è l’ultima speranza per Francesco Santonastasio, che da due anni è bloccato a letto e nessun medico finora gli ha saputo spiegare l’origine del suo malessere.

«Dicono che la mia malattia è sconosciuta, perciò spero che facendo circolare questa storia su Facebook qualche specialista la prenda a cuore e si metta a studiare il mio caso».



Il calvario di Francesco, ex calciatore semiprofessionista cresciuto nelle giovanili del Chieti dopo aver lasciato Napoli a soli 16 anni, inizia nel 2011: «M’infortunio al legamento crociato del ginocchio destro e vengo operato – racconta il ragazzo ormai 30enne –. L’intervento riesce perfettamente e dopo una convalescenza di alcuni mesi torno alla mia vita di sempre».
Il difensore centrale aveva già svestito la maglia neroverde della squadra abruzzese, con la quale era arrivato a calcare i campi della Serie C1, molti anni prima. A causa di un infortunio alla caviglia era stato costretto ad accettare di giocare in squadre abruzzesi e marchigiane che militavano in categorie inferiori. Poi sono iniziati i problemi al ginocchio, che lo hanno portato a subire tre interventi chirurgici nel giro di due anni. L’ultima operazione risale al settembre 2013: «Ma questa volta nel periodo post-operatorio comincio ad avvertire strani sintomi: pressione bassa, tachicardia, fiato corto, stanchezza».
Una sintomatologia che all’inizio si presenta solo quando l’atleta è sotto sforzo, ma col passare del tempo le condizioni di salute di Francesco peggiorano, fino a costringerlo a letto: «Attualmente ho pressione alta, quando sto in piedi, affaticamento del cuore e ingrossamento di fegato e milza. Afte alla bocca e lingua infiammata. Dolori alla testa e al torace. Infezioni frequenti».
Insomma, una serie di problemi che farebbero pensare a una sindrome, ma nessuno per ora ha saputo definirla. «Ho girato gli ospedali di tutta Italia, ma i medici si limitano a curare i vari sintomi, non sapendo individuare l’origine del male. Lo scorso marzo mi hanno operato di nuovo al ginocchio per rimuovere le placche, sperando che fossero la causa di un’intossicazione, ma nemmeno questa ipotesi si è rivelata esatta. Ora la speranza è trovare un luminare all’estero che sappia dare un nome alla mia malattia».



Per sostenere Francesco nella sua battaglia per tornare a una vita normale sono nate diverse iniziative su Facebook, tra cui la creazione del gruppo “Aiutiamo Ciccio”, che conta più di 13mila iscritti.

fonte:il mattino


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